Il mondo della memoria umana è un labirinto affascinante, dove realtà e finzione si intrecciano creando i cosiddetti “falsi ricordi”. L’Effetto Mandela, un fenomeno legato a questi falsi ricordi, ha catturato l’attenzione di psicologi e del pubblico per la sua natura enigmatica. In questo articolo, analizzeremo come il cervello può creare ricordi di eventi mai vissuti e le implicazioni di questi fenomeni, dall’importanza nella testimonianza oculare alla manipolazione mentale. Scopriremo come la nostra mente possa essere ingannata e cosa ciò rivela sul funzionamento della memoria.
Cos’è un falso ricordo?
Un falso ricordo è la memoria di un evento che non è mai accaduto o è stato distorto in modo significativo. Questi ricordi possono essere tanto vividi e dettagliati quanto quelli veri, rendendo difficile distinguerli dalla realtà. Il cervello umano è incredibilmente potente ma può essere ingannato o manipolato a ricordare cose che non sono mai accadute.
Manipolare il passato è semplice, e tremendamente efficace per… manipolare il futuro. La memoria degli esseri umani è malleabile. Può essere plasmata con tecniche apparentemente semplici, ma di grande effetto
Ascolta questo e altri 100 episodi su cronaca nera e fatti inspiegabili che hanno dato vita alle teorie psicologiche più famose di tutti i tempi!
Disponibile direttamente qui e sulle migliori piattaforme audio!
La scienza dei falsi ricordi: Elizabeth Loftus
Oggi, più che di cronaca nera, parliamo di cronaca in generale, nello specifico di persuasione delle masse e di esperimenti scientifici legati alla proliferazione dei falsi ricordi. Per farlo, partiremo da una tale Elizabeth. Elizabeth Loftus. Una che di falsi ricordi se ne intende parecchio, essendo la ricercatrice dell’ambito che gode di maggior risonanza mediatica.
È necessario partire da qui, dalla scienza, perché la prima informazione che voglio comunicarvi è che ci sono molte ricerche a supporto dell’ipotesi che sia possibile impiantare con successo falsi ricordi. Sarebbe quindi possibile far credere alle persone che eventi mai accaduti siano in realtà avvenuti.
Uno degli esperimenti più famosi ed emblematici, sviluppato appunto da Loftus, è il celeberrimo “lost in the mall”. Ovvero, perso nel centro commerciale.
Per spiegarti come sia stato portato avanti l’esperimento, voglio che tu faccia finta di parteciparvi. Quindi, immagina… immagina di arrivare in una stanza e di trovare una donna elegante e professionale.
La donna ti racconta quattro storie della tua infanzia, che dice di aver appreso dai tuoi famigliari: tre sono reali, mentre una è totalmente inventata. Quest’ultima ti viene narrata più o meno in questo modo:
A cinque anni ti sei persa in un centro commerciale… in preda al panico, hai cercato fino alle lacrime i tuoi genitori, ma non sei riuscita a trovarli fino a quando un amabile anziano signore, accortosi di te, ti ha dato una mano a riunirti con la mamma.
Ribadisco: tale situazione non è mai avvenuta. Nonostante questo, però… inizi a ricordare. In quel momento, la donna professionale ti incita a scrivere, ad aggiungere più particolari a quel ricordo. E tu, senza che niente di tutto ciò sia realmente accaduto… riempi il foglio di parole.
E fu esattamente in questo modo che Loftus e colleghi collezionarono risultati da paura, fornendo ai partecipanti una serie di quattro racconti sulla loro infanzia, raccolti attraverso interviste con i loro familiari.
Tre di queste storie erano vere, basate su eventi reali accaduti durante l’infanzia dei partecipanti, mentre la quarta era una storia inventata che descriveva il partecipante che si perdeva in un centro commerciale all’età di cinque anni.
In questa storia falsa, veniva dipinta la vicenda del centro commerciale e dell’amabile anziano signore. La narrazione era stata resa convincente includendo dettagli reali tratti dalle storie vere del partecipante, come il nome di un centro commerciale della zona o il fatto che avesse una tendenza ad allontanarsi dai genitori in luoghi pubblici.
In seguito, veniva chiesto ai partecipanti di scrivere tutto ciò che ricordavano di ciascuno degli eventi descritti. Sorprendentemente, circa un quarto dei partecipanti ricordò l’evento falso del centro commerciale, come se fosse realmente accaduto, e alcuni aggiunsero ulteriori dettagli alla storia.
Questo esperimento è diventato una pietra miliare nella ricerca sulla malleabilità della memoria, dimostrando che i ricordi possono essere facilmente influenzati e che i falsi ricordi possono essere impiantati con sorprendente successo.
Ovviamente, non è matematico. Non esiste la tecnica perfetta che consente di impiantare falsi ricordi come fossero semi. Non è matematico, ma è possibile. E la possibilità è supportata dalla scienza.
Come si formano i falsi ricordi?
I falsi ricordi possono formarsi in vari modi, come la suggestione, la distorsione, o la confabulazione. Fattori come lo stress, la pressione sociale, e le tecniche di interrogatorio possono alterare o creare ricordi falsi. Anche le nostre aspettative e credenze possono influenzare ciò che ricordiamo.
I falsi ricordi possono anche originare da fake news, o da eventi mai avvenuti che tuttavia un gruppo giudica come reali. A questo si riconduce spesso l’ormai famoso effetto Mandela.
Effetto Mandela: definizione e origine
L’Effetto Mandela prende il nome da un fenomeno in cui un gran numero di persone ricorda erroneamente che Nelson Mandela morì in prigione negli anni ’80. In realtà, Mandela fu rilasciato nel 1990 e morì nel 2013. Questo fenomeno mostra come la memoria collettiva possa essere soggetta a errori su larga scala.
L’Effetto Mandela è un fenomeno in cui un gruppo di persone ricorda erroneamente un evento o un fatto specifico. Il termine fa riferimento a una specifica “falsa memoria” condivisa da molte persone, che credevano che l’attivista anti-apartheid e in seguito presidente del Sudafrica, Nelson Mandela, fosse morto in prigione negli anni ’80. In realtà, Nelson Mandela è stato rilasciato nel 1990 e ha continuato a vivere fino al 2013.
L’Effetto Mandela è spesso citato come esempio di come le memorie collettive possono essere errate, suggerendo che gruppi di individui possono condividere falsi ricordi. È diventato un argomento di interesse per i psicologi e i ricercatori della memoria, che lo vedono come una dimostrazione di come le nostre memorie possono essere influenzate da fattori esterni, come informazioni errate o suggestioni di altri.
Ci sono molti altri esempi di questo fenomeno, riguardanti dettagli su personaggi famosi, eventi storici, o persino il modo in cui certi prodotti o loghi sono o erano presentati. Ad esempio, alcune persone ricordano erroneamente che il logo di “KitKat” abbia un trattino tra “Kit” e “Kat” (in realtà non c’è nessun trattino), o che il personaggio di “Monopoly”, quel signore con cilindro e baffi, abbia un monocolo (in realtà non lo ha).
Spiegazione del fenomeno
Quindi, i falsi ricordi possono generarsi per vari motivi, alcuni legati alla persuasione di massa, altri invece a suggestioni o fake news. Ripercorriamo, quindi, i fattori principali che contribuiscono allo sviluppo di un falso ricordo:
- Suggestione: Le persone sono molto suscettibili alle suggestioni quando si tratta di ricordare eventi passati. Questo può includere suggerimenti da parte di altre persone, informazioni che abbiamo letto o visto, o idee che abbiamo incontrato. Queste suggestioni possono facilmente confondersi con i ricordi autentici, portando alla formazione di falsi ricordi.
- Conflitto tra ricordi simili: A volte, ricordi di eventi simili possono sovrapporsi o mescolarsi, portando a confusioni o distorsioni. Ad esempio, potresti ricordare erroneamente di aver fatto qualcosa la settimana scorsa, quando in realtà l’hai fatto un mese fa, o viceversa.
- Associazione di immagini o idee: Spesso, la nostra mente associa certe immagini o idee a eventi specifici. Se queste immagini o idee sono abbastanza forti, possono portare alla formazione di falsi ricordi. Ad esempio, potresti ricordare di aver visto un film in particolare quando eri bambino, semplicemente perché l’immagine del poster del film è associata nella tua mente a ricordi di quel periodo della tua vita.
- Misinformazione: La ricerca ha dimostrato che l’esposizione a informazioni errate dopo un evento può modificare il modo in cui ricordiamo quell’evento. Questo è noto come effetto della disinformazione e può portare alla formazione di falsi ricordi.
- Ricordo di eventi traumatici: Gli eventi traumatici possono spesso portare alla formazione di falsi ricordi. Questo può avvenire perché la persona cerca di razionalizzare o dare un senso all’evento, o può essere un meccanismo di difesa per proteggere la persona da ricordi dolorosi o angoscianti.
- Distorsioni nella codifica e nel recupero: Le distorsioni possono avvenire nel modo in cui le informazioni vengono codificate nella memoria o nel modo in cui vengono recuperate. Ad esempio, potresti distorcere un ricordo per renderlo più coerente con le tue attuali credenze o atteggiamenti.
Distinguere i falsi ricordi dai veri
Distinguere un falso ricordo da uno vero può essere difficile. Tuttavia, l’analisi dei dettagli, la coerenza del racconto, e il confronto con altre fonti possono aiutare a identificare possibili distorsioni o invenzioni nella memoria.
I falsi ricordi possono avere implicazioni significative nelle testimonianze oculari, influenzando i risultati di processi giudiziari. La comprensione di come si formano i falsi ricordi è cruciale per garantire la giustizia e l’accuratezza delle testimonianze.
La comprensione dei falsi ricordi e dell’Effetto Mandela ha importanti implicazioni etiche e sociali. Dall’influenza sui processi giudiziari alla manipolazione delle masse, questi fenomeni sollevano domande fondamentali sull’affidabilità della memoria umana e sul suo impatto sulla società.
Per concludere
- I falsi ricordi e l’Effetto Mandela mostrano la complessità e la fallibilità della memoria umana.
- La distinzione tra ricordi veri e falsi richiede un’analisi attenta e critica.
- La consapevolezza di questi fenomeni è essenziale per evitare errori nelle testimonianze oculari e nelle decisioni giudiziarie.
Il mondo dei falsi ricordi ci invita a esaminare criticamente ciò che ricordiamo e a riconoscere l’incredibile capacità della nostra mente di creare realtà alternative, sottolineando l’importanza della memoria nella formazione della nostra identità e percezione del mondo.